Troppo spesso dimentichiamo che la maggior parte degli oggetti di uso quotidiano sono stati inventati dall’uomo. A volte si tratta di evoluzioni della società, come l’invenzione della ruota, che non ha un padre fondatore. Col tempo e il lavoro quotidiano, gli uomini scoprirono e perfezionarono questo metodo che cambiò la concezione di trasportò di persone e oggetti.

In altri casi invece sappiamo benissimo chi ringraziare per una innovazione che ha trasformato la società. E’ il caso della stampa moderna, la cui invenzione si deve a un orafo tedesco: Johannes Gutenberg. Sebbene sia vissuto nel 1400, il suo lavoro influenzò quello dei secoli a venire. Ci lavorò per anni, creando qualcosa di unico per cui però non ebbe il riconoscimento meritato. Anzi perse tutto per un debito.

Viene però da chiedersi come sia nata questa idea, e cosa abbia portato Gutenberg a metterla in atto. La risposta potrebbe essere nella sua biografia.

La vita di Johannes Gutenberg

Bisogna dire subito che non si sa molto sulla vita di quest’uomo. Complice anche il fatto che, prima di lui, i documenti scritti fossero ridotti al minimo, dato che tutti dovevano essere scritti e copiati a mano. Da questa pratica l’aggettivo amanuense, dato ai monaci che dedicavano la loro vita a questo lavoro.

Si può comunque ipotizzare la data di nascita di Gutenberg nell’utimo decennio del 1300 a Magonza, città sul fiume Reno dove crebbe. La sua famiglia era ricca, e sembra che Johannes da ragazzo divenne orafo. Nel 1411 comunque dovette lasciare la città, dove erano sorti scontri le famiglie più ricche e gli artigiani, che chiedevano maggiori tassazioni sui nobili.

Johannes si ritrovò così a Strasburgo, dove continuò a lavorare i gioielli avendo successo. Non era solo un ottimo artigiano, ma avevo uno spiccato spirito imprenditoriale; per esempio creò diversi “souvenir”, che vendeva ai pellegrini di passaggio. Fu questa sua capacità organizzativa che lo portò a cercare di ottimizzare un aspetto che riteneva fondamentale: la stampa di opuscoli e libri.

Un progetto segreto

Gutenberg quindi lavorò ai primi progetti sulla stampa meccanica in segreto. C’erano due motivi fondamentali. Da una parte, era l’epoca il confine tra scienza e magia non era sempre chiaro, e maghi e streghe non erano ben visti. Chi non riusciva a dimostrare di aver fatto una scoperta era ritenuto, più o meno a ragione, un ciarlatano nel migliore dei casi, uno stregone nel peggiore; con le conseguenze che ne potevano derivare.

Sicuramente Gutenberg preferì essere sicuro di avere successo, prima di mostrarsi al pubblico. Ma c’era anche un altro motivo: essendo un buon imprenditore, sapeva quanto una buona idea potesse far gola a tanti. Allora non c’era modo di brevettare un progetto e ufficializzare la paternità; meglio quindi tenere per sé l’idea fino a che tutto non fosse stato pronto.

L’uso dei metalli preziosi

Il primo stampatore della storia fu facilitato in questo suo progetto proprio dalla sua attività. Per costruire il primo prototipo di stampa servirono metalli e leghe, da lavorare sapientemente. Gutenberg aveva sia le conoscenze tecniche per fare questo lavoro, sia la possibilità di reperire i metalli a buon prezzo; in questo modo poteva contenere i costi dei rototipi non riusciti.

Anni di tentativi

La perseveranza paga, la storia è piena di simili esempi e l’invenzione della stampa meccanica è fra questi. Il lavoro di Gutenberg durò anni, e i risultati arrivarono solo attorno al 1450, quando era tornata nella sua città Natale.

Il rientro a Magonza fu un evento fortunato sulle prime, anche se poi causò la sua rovina: Gutenberg trovò qui un socio che finanziò la sua impresa. Si trattativa di Johannes Fust, ricco commerciante, che gli prestò in 2 anni 1600 fiorini. Per avere un’idea dell’entità di tale capitale, basti pensare che erano sufficienti ad acquistare una ventina di abitazioni. Evidentemente Fust credeva in Gutenberg.

Questi poté così dedicarsi completamente al suo progetto, prima stampando alcuni libretti di prova, poi investendo sul progetto più ambizioso: la stampa della Bibbia. Ci vollero 3 anni e 20 collaboratori prima che l’opera venne mostrata a mondo: due volumi di 300 foglio ognuno, con una dimensione pari a quella che oggi chiamiamo A5, stampati in 1180 copie. A colpire fu anche la bellezza del prodotto stesso, che ancora oggi lascia stupiti

Il crollo finale

Poteva essere una storia a lieto fine, e invece qualcosa andò storto. Fust chiese la rifondazione del prestito, accusando Gutenberg di ritardare troppo. Ne seguì un processo che Gutenberg perse malamente: la sua officina e i suoi macchinari furono usati per coprire il debito.

Fust colse l’occasione, trovò un nuovo socio, Peter Schöffer, e aprì una officina. Migliorò la tecnologia di base di Gutenberg e guidò quella che divenne la prima tipografia commercialmente valida del mondo. A Johannes Gutenberg resta la fama storica, ma in vita purtroppo non poté godere dei frutti della sua invenzione.

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