Esistono davvero tante notizie per quanto riguarda gli antichi giochi gladiatori, in voga durante l’Antica Roma. Spesso in questi racconti si mescolano realtà storica e leggenda, creando un vero e proprio alone di mito intorno al mondo dei gladiatori.
Un dettaglio che pochi considerano è la differenza tra i vari stili di combattimento che occupavano le arene. Oltre ai classici gladiatori, contraddistinti dalla spada corta nota come gladius, erano presenti altre tipologie di guerrieri, come i reziari.
I reziari erano guerrieri che combattevano utilizzando un tridente e una rete. Proprio la parola latina per rete, retis, è all’origine del nome reziari. La loro figura somigliava per certi versi a quella dei pescatori, e prevedeva l’uso di differenti tecniche di lotta per prevalere sugli avversari. L’agilità era tra le loro abilità principali, e per questo non avevano grandi protezioni. Di solito indossavano un parabraccio, chiamato manica, mentre la spalla sinistra era coperta da una placca metallica, che prendeva il nome di galerus.
I reziari spesso combinavano entrambe le armi a loro disposizione. La rete era piuttosto larga, secondo alcuni con un diametro di circa tre metri. Queste reti avevano dei pesi, così da poter essere lanciate in specifiche direzioni, e lo scopo era quello di catturare il prima possibile l’avversario, per poi colpirlo con il tridente o con altre armi. Il tridente infatti non era l’unica arma da taglio in uso ai reziari: in alcuni casi portavano con loro un pugnale di piccole dimensioni, chiamato pugio.
Durante l’Antica Roma non era raro vedere i reziari combattere con le loro antitesi, i secutores. Se i reziari erano caratterizzati da una copertura minima, così da permettere loro velocità nei movimenti, i secutores erano protetti da armature più robuste, ma che ne finivano per limitare fortemente le possibilità di movimento. In questo modo si garantiva al pubblico lo spettacolo di vedere confrontarsi tra loro guerrieri esperti in tecniche differenti.