La Bibbia contiene al suo interno numerose citazioni a vari popoli, che spesso hanno abitato nelle aree del moderno Medio Oriente. Una delle regioni più importanti fu sicuramente la Mesopotamia, una zona che aveva come punti di riferimento i due fiumi Tigri e Eufrate.

Questi fiumi, con le loro acque, rendevano fertile l’intera area circostante. Proprio in questi luoghi ebbe origine l’antico popolo biblico della Siria, noto come Aramei. Si trattava di un popolo nomade, pronto a spostarsi in maniera periodica, e le prime prove della loro esistenza sono state trovate in una tavoletta datata al XIV secolo avanti Cristo.

Nella Bibbia sono nominati diverse volte, ma a quanto pare non arrivarono a costituire un vero e proprio regno. Una caratteristica per certi versi inconsueta: un popolo unito, ma senza una reale struttura amministrativa, come accadeva invece per altre popolazioni del mondo antico.

Le origini degli Aramei

Gli Aramei erano, così come gli ebrei, di origine semitica. Con gli ebrei erano presenti numerose affinità, ed è la stessa Bibbia a darci queste informazioni. Secondo la tradizione gli Aramei erano discendenti di Nahor, il fratello di Abramo, e così come gli ebrei erano divisi in tante differenti tribù, ben dodici, ognuna nata a partire da uno dei figli di Nahor. Religiosamente, al contrario, erano presenti numerose differenze: gli aramei veneravano alcune divinità di Babilonia, ed erano per questo considerati pagani. Con l’avvento del cristianesimo finirono per convertirsi in breve tempo, abbandonando la loro tradizione pagana.

L’importanza dell’aramaico

La loro lingua era l’aramaico, e propria la lingua era tra i principali elementi unificanti di questo popolo. Inizialmente la scrittura avveniva attraverso l’alfabeto fenicio. Anche i fenici erano originari di queste regioni, anche se con le loro abilità navali finirono per diffondersi e realizzare colonie in buona parte del Mediterraneo.

Nel corso dei secoli l’aramaico divenne una sorta di lingua franca, utile per comunicare in buona parte del Medio Oriente. Così, anche se politicamente e militarmente non ebbero grande influenza su questa regione del mondo, l’impatto culturale degli Aramei fu notevole, e durò per diversi secoli.

Secondo alcuni studi un elemento da non sottovalutare degli Aramei fu il loro sincretismo, che può essere addirittura avvicinato a quello di Alessandro Magno, che riuscì a unire nel suo impero popoli e culture molto distanti e differenti tra di loro. Proprio questo sincretismo permise all’aramaico di attraversare i deserti, finendo per diffondersi in Arabia, e di trovare nuova linfa vitale anche durante la dominazione romana in alcune zone del Medio Oriente.


Foto copertina di Frédéric Rodrigo – GPL, Collegamento.

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