Molti di voi conosceranno sicuramente la scienza chiamata alchimia. Oggi non possiamo più considerarla davvero una scienza, ma fino a qualche secolo fa erano molti coloro che cercavano di operare in questo ambito. L’alchimia mescolava alcuni elementi scientifici, come ad esempio le basi della chimica, con elementi al contrario appartenenti alla sfera della magia.

Per questo ha attirato l’attenzione di molti importanti uomini di scienza, soprattutto tra il Medioevo e il Rinascimento. Le sue origini invece vengono fatte ricondurre al mondo arabo, addirittura al II o al III d.C., molto prima che il Medioevo avesse effettivamente inizio in Europa.

L’obiettivo degli alchimisti

Per molti secoli il grande obiettivo degli alchimisti fu la realizzazione della leggendaria pietra filosofale. Questa pietra secondo il mito avrebbe avuto la capacità di trasformare alcuni materiali in oro, e addirittura di conferire l’immortalità al suo proprietario.

Per raggiungere questo scopo gli alchimisti hanno dato origine a un vero e proprio processo alchemico, che come abbiamo detto nel nostro incipit mescolava scienza e magia. Gli alchimisti studiavano attentamente i materiali presenti in natura, così come il corpo umano e lo spirito, ricercando la massima armonia tra tutte le parti in analisi. In questo modo hanno sviluppato nei secoli i loro processi, ripetendoli di volta in volta nel tentativo di raggiungere delle trasformazioni in grado di avvicinarsi alla pietra filosofale.

Il più noto alchimista del ‘600

Gli studi degli alchimisti non si fermarono con la fine del Rinascimento, ma proseguirono anche oltre. Nel XVII erano ancora molti gli alchimisti, anche se ormai la loro era stava volgendo al tramonto. La tradizione alchemica, attiva da più di mille anni, stava per essere soppiantata da nuove forme di scienza, più affidabili e rigorose. Ricordiamo che il ‘600 ha visto lo sviluppo e la diffusione del metodo scientifico di Galileo Galilei.

Uno degli ultimi alchimisti, diventato piuttosto noto al punto che il suo nome ci è stato tramandato fino a oggi, è stato Robert Boyle. Vissuto durante il ‘600, i suoi studi risultarono innovativi all’interno stesso del mondo alchemico. Possiamo notare il suo essere un vero e proprio anticonformista all’interno del volume Lo scettro chimico, scritto proprio da lui. Inoltre dichiarava di aver realizzato il cosiddetto mercurio filosofale.

Il lavoro di Boyle fu molto importante per la scienza dei secoli successivi. Basti pensare che ancora oggi utilizziamo la sua Legge di Boyle che esplica il funzionamento di un gas ideale. Egli abbandonò in parte il legame che l’alchimista aveva con la religione e con la magia, iniziando a operare in maniera che oggi potremmo definire più scientifica. I suoi studi sulla materia furono di grande utilità per il successivo sviluppo della chimica. Le stesse attrezzature usate dagli alchimisti divennero la base per la creazione dei primi laboratori di chimica.

Sarebbe comunque un errore vedere in Roberto Boyle un ateo. In realtà nei suoi studi dedicò ampio spazio alla teologia, e possiamo trovare diverse sue riflessioni sul ruolo di Dio all’interno della creazione.

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